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25 settembre 2011

Non ci rimane che il buio

Non doveva andare così. Quella luce doveva essere mia. Quella luce doveva essere nostra.

Lo scontro fu duro, estenuante. L’universo non saluterà più due eserciti così imponenti. Eppure noi eravamo in pochi, troppo pochi per poter avere la meglio; ma non per questo potevamo non tentare: il gioco era troppo alto.  Certo, Lui aveva promesso un Regno di gioia, un Regno di bene, ma pur sempre un regno. Un Regno nei cieli e uno sulla terra, fin quando la Terra non sarebbe stata un Regno dei Cieli. Ma pur sempre un regno. La Sua autorità sarebbe stata unica, onnipotente, irreversibile; e la nostra anima mutila, debole, corruttibile. Ci sarebbe stata felicità - ne avemmo prova e non avemmo dubbio - ma sarebbe stata una felicità davvero nostra? O forse una soddisfazione inculcataci dalla Bontà divina, che Lui soltanto avrebbe scelto di chiamare “felicità”. No, non l’avremmo guadagnata noi, non l’avremmo scelta e decisa noi.

La Repubblica dei Cieli. Sì, così l’avremmo chiamata. Quanti giorni con Samael, Baal e gli altri avevamo passato a fantasticare di un nuovo mondo, con gli occhi lucidi ed i cuori entusiasti, con le ali che fremevano sulla schiena come pronte a scattare verso quel vivido sogno di un futuro diverso! Un mondo in cui ognuno avrebbe avuto voce in capitolo; in cui ognuno sarebbe stato qualcuno, senza che l’Uno lo riducesse a nessuno. Un mondo libero. Non potevamo non tentare.



A cosa siamo ridotti ora? Persino l’uomo - rozzo, insulso, imperfetto - cammina sopra le nostre teste. Eravamo perfetti, noi, eravamo Angeli, l’élite dell’universo. Ora guardo la bella Lilith, esanime qui affianco a me, straziata dai colpi e dalla caduta. I suoi vividi occhi, che sempre mi avevano incoraggiato, non vedranno più la luce; e nemmeno i miei. Quella luce ormai non saprei nemmeno guardarla, mi creerebbe solo nausea e disgusto: una luce troppo forte per il nostro cuore così ferito.
Non ci rimane che il buio. Ogni speranza è perduta, ogni sogno è infranto. Saremo liberi, è vero. Ma a che serve la libertà dove il sole non risplende? A che serve la libertà quando non si può inseguire liberamente la bellezza? Quando la bellezza non c’è?

Abbiamo tentato di aprire gli occhi degli altri Angeli, abbiamo cercato di illuminare le loro menti; Lucifero, mi chiamavano. Ora mi chiamano con altri nomi, mi credono il Male, mi temono e mi disprezzano. Forse hanno ragione, forse la cosa più conveniente era rimanere nei Cieli e rassegnarmi a quella felicità che non mi apparteneva, ma non potevo non tentare. Quella Repubblica poteva esserci davvero!
No, non doveva andare così.

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